Sessuologia Clinica2019-07-28T14:41:47+02:00

SESSUOLOGIA CLINICA, DISFUNZIONI SESSUALI

LE DISFUNZIONI SESSUALI SONO MOLTO COMUNI SIA NELL’UOMO CHE NELLA DONNA, VEDIAMO COME AFFRONTARLE

La sessualità non è un fatto “meccanico”, ma si caratterizza per il coinvolgimento della sfera emotiva e psicologica. della persona. Non è inusuale che le disfunzioni sessuali sia maschili che femminili sia opportuno affrontarle insieme al partner.

Le disfunzioni sessuali possono avere una causa fisica o psicologica. Nella maggior parte dei casi l’origine è psicologica, ma è fondamentale escludere eventuali cause organiche attraverso vari approfondimenti da valutare caso per caso, dopo una consulenza medica.

I disturbi sessuali appartengono a un’area estremamente eterogenea della psicopatologia. Nel DSM-5 tale area viene definita come “ disfunzioni sessuali ” e comprende i seguenti disturbi:

  • eiaculazione ritardata
  • disturbo erettile
  • disturbo dell’orgasmo femminile
  • disturbo del desiderio sessuale e dell’eccitazione sessuale femminile
  • disturbo del dolore genito-pelvico e della penetrazione
  • disturbo del desiderio sessuale ipoattivo maschile
  • eiaculazione precoce
  • disfunzione sessuale indotte da sostanze/farmaci

DISFUNZIONI SESSUALI MASCHILI

Tra le disfunzioni sessuali maschili, limpotenza primaria è la condizione in cui il soggetto maschio non è mai riuscito ad ottenere o mantenere un’erezione sufficiente a rendere possibile un rapporto sessuale completo. Nel linguaggio comune il deficit erettivo è noto come impotenza.

Se è stato possibile avere penetrazione con rapporti eterosessuali o omosessuali, anche solo qualche volta, si parla invece di impotenza secondaria.

Consumo di alcool o di sostanze possono indurre risposte di impotenza secondaria.

Nella impotenza secondaria, si possono alternare periodi   prolungati di insuccessi sessuali a momenti di adeguata risposta sessuale. Si tratta di una fase di mancanza di stabilità con risposte sessuali ad andamento oscillatorio.

  • L’Eiaculazione ritardata: un fenomeno meno noto, ma presente, che comporta da parte dell’uomo, pur con adeguata stimolazione sessuale, masturbazione atto sessuale, il mancato riflesso eiaculatorio o la sua manifestazione dopo un tempo molto prolungato. In alcune situazioni è espressione di una incapacità a lasciarsi andare e rilassarsi, piuttosto di una condizione di costante sovraccarico lavorativo e mentale che impedisce l’orgasmo oltre alla possibilità di procreare per via naturale.
  • LEiaculazione precoce è un disturbo molto diffuso nella popolazione maschile, anche in età giovanile. Consiste nella incapacità dell’uomo di controllare la fase della eiaculazione per trenta – sessanta secondi dopo la penetrazione in vagina.

Ciò comporta frustrazione per il maschio che, non riesce a soddisfare la partner che necessita, di solito, di un periodo più lungo di contenimento per consentire il deflusso completo della tensione sessuale.

Le cause?  Non è infrequente osservare questo genere di disfunzione in maschi che hanno avuto rapporti sessuali, anche con donne diverse, ma rapidi per durata, in contesti dove l’aspetto della calma e della distensione, fondamentali per l’atto sessuale, non potevano essere soddisfatti.

Un’altra situazione tipo è quella in cui, per evitare gravidanze indesiderate, l’uomo cerca di esercitare un controllo sul proprio riflesso eiaculatorio, evitando di lasciare lo sperma nella cavità vaginale. La pratica, nota anche come coito interrotto è utilizzata da coppie di età varie, ma non costituisce un contraccettivo sicuro.

COME INTERVENIRE ?

La Terapia per le disfunzioni sessuali nell’uomo è breve e strategica, direttiva, orientata a uno scopo preciso quale modificare comportamenti, emozioni e credenze sulla sessualità. I primi colloqui vengono utilizzati per la ricostruzione del problema e la sua definizione in termini adeguati alla terapia cognitiva comportamentale (definizione del contratto terapeutico e degli obiettivi della terapia).

A questa metodica possono affiancarsi tecniche di rilassamento per ridurre la tensione e l’ansia, piuttosto che ricorrere a processi di de-condizionamento attraverso l’ipnositerapia, o rimuovere eventi traumatici pregressi con l’EMDR, e, non ultimo l’utilizzo sintomatico di benzodiazepine (tranquillanti).

DISFUNZIONI SESSUALI FEMMINILI

Disturbo del desiderio sessuale consiste nella progressiva diminuzione e successiva perdita di interesse per l’attività erotica.

Se è una fase temporanea, stanchezza, preoccupazioni, cambiamenti ormonali nel ciclo di vita femminile, depressione, problemi relazionali possono contribuire al problema.

In alcune situazioni, l’ inadeguata stimolazione da parte del partner prima del coito, il mancato  ricorso  a fantasie erotiche o la stimolazione di zone erogene specifiche, possono giustificare un temporaneo calo di interesse e desiderio.

In altre, è l’utilizzo di farmaci che inibisce il desiderio, piuttosto che il calo ormonale nella menopausa, possono giustificare una diminuzione del desiderio.

  • La dispareunia, (dolore alla penetrazione) è una sindrome presente in donne giovani, come in donne che, nel periodo della menopausa , in seguito all’atrofia dei tessuti e la secchezza vaginale, riducono i rapporti completi in quanto portatori di dolore e non di piacere.
  • Il vaginismo, l’involontaria contrazione della muscolatura  circostante l’orefizio vaginale, rende impossibile la penetrazione non solo del pene, ma anche di un dito piuttosto che dei tamponi. Se non risolto, questo disturbo può portare a “matrimoni bianchi”.
  • Disturbi dell’eccitazione sessuale, Questi disturbi implicano una mancanza di risposta alla stimolazione sessuale, sia sul piano fisico che emotivo .la stimolazione sessuale eccita la donna mentalmente e fisicamente, favorendo la lubrificazione vaginale, il turgore dei seni predisponendola all’atto sessuale. In situazioni di disturbi dell’eccitazione, la donna non prova piacere fisico né emotivo alla stimolazione, e i rapporti che ne seguono spesso risultano  dolorosi e difficili.
  • Disturbi dell’orgasmo ovvero il mancato o tardivo raggiungimento del piacere (orgasmo), nonostante un’adeguata stimolazione ed eccitazione.  L’assenza dell’orgasmo vaginale può trovare buona compensazione in quello clitorideo, attraverso la masturbazione auto o etero indotta. Le donne con disturbo dell’orgasmo non lo raggiungono mai, anche se eccitate e si masturbano, ma la percentuale al riguardo, è piuttosto bassa.

COME INTERVENIRE ?

La Terapia per le disfunzioni sessuali per la donna è breve e strategica, direttiva, orientata a uno scopo preciso quale modificare comportamenti, emozioni e credenze sulla sessualità. I primi colloqui vengono utilizzati per la ricostruzione del problema e la sua definizione in termini adeguati alla terapia cognitiva comportamentale (definizione del contratto terapeutico e degli obiettivi della terapia).

A questa metodica possono affiancarsi tecniche di rilassamento per ridurre la tensione e l’ansia, piuttosto che ricorrere a processi di de-condizionamento attraverso l’ipnositerapia, o rimuovere eventi traumatici pregressi con l’EMDR, e, non ultimo l’utilizzo sintomatico di benzodiazepine (tranquillanti).

INFERTILITÀ E STERILITÀ

La coppia che ha deciso di costituirsi “famiglia”, può trovarsi di fronte a difficoltà a procreare per via naturale. L’infertilità, si aggira intorno al 60% , la sterilità intorno al 20%,  entrambe costituiscono elemento per  una crisi  profonda nella vita della  coppia, che spesso chiede aiuto specialistico per far fronte ai sentimenti di ansia e depressione.

Le reazioni passano dallo shock , smarrimento, stress, disorientamento sociale, consapevolezza del proprio limite procreativo fino alla accettazione della situazione, prima di arrivare ad altre scelte. Restare coppia orientarsi verso il  percorso adottivo, o rivolgersi  all’inseminazione omologa/eterologa .

COSA FARE ?

L’aiuto psicologico rispetto alla sfera sessuale dovrebbe tenere in considerazione, l’eventuale disagio riferito, in un’ottica che tenga presente la condizione di benessere psicofisico ed emotivo di ciascun partner, andando al di là   degli stereotipi dei mass-media, rispetto alla frequenza degli approcci e relative “performance”, sulle quali valutare la propria “virilità” piuttosto che il “buon funzionamento di coppia”.

Non ultimo, un controllo andrologico e/ o ginecologico, per escludere compromissioni organiche, risulta essere fondamentale prima di qualsiasi intervento di natura psicologica.

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