L’aggressione fisica non è l’unica forma di violenza perpetrata sui minori. Le forme più frequenti di violenza sono: trascuratezza fisica ed emotiva; maltrattamento fisico e psicologico; abuso sessuale ed emotivo; abbandono.

Trascuratezza fisica ed emotiva

Per trascuratezza si intende una grave e persistente negligenza nei confronti del bambino, il fallimento nel proteggerlo dall’esposizione di pericoli, incluso il freddo, il caldo, la fame.Nella trascuratezza è inclusa, da vari autori, anche quella emozionale che equivale a mancanza di responsività del genitore ed indifferenza emotiva.Già gli studi di Spitz, sui bambini in Istituto, non stimolati, privi di contatto emotivo e fisico da parte di un care-giver, totalmente lasciati a se stessi, in una situazione di completo abbandono, troppo piccolo per provvedere sé, approda a “morte psicologica”.

Il maltrattamento fisico

Il maltrattamento fisico si caratterizza per: essere preso a cinghiate, portare cicatrici di ustioni lasciate da mozziconi di sigarette spente sulla nuda pelle, avvelenamento intenzionale, o soffocamento, omicidio infantile, sino alla Sindrome di Munchhausen per procura.

Il maltrattamento psicologico

Il maltrattamento psicologico è presente in tutte le forme violenza. Si qualifica per la trascuratezza emotiva e la reiterazione di comportamenti o modelli che si ripropongono.Se il bambino attribuisce a sé la causa del conflitto e della violenza di cui è spettatore, le sue reazioni emotive vengono esposte a compromissione, l’idea di “valere poco, di non essere amato, né desiderato”, conduce a calo dell’autostima, senso di vergogna, colpa e confusione.

Il bambino piccolo, al di sotto dei sette-otto anni, non è in grado di differenziare dentro di sé i significati delle diverse emozioni o di attribuire ciò che prova a qualcosa di cui gli altri sono responsabili.

Manifestazioni dell’abuso sessuale:
Sfruttamento sessuale del minore
Esposizione a pornografia
prostituzione infantile
la maggior parte degli abusi avviene in famiglia ad opera del padre naturale, del patrigno o fratelli maggiori. (abuso intrafamiliare)
altri nel contesto scolastico, come la scuola, la palestra ad opera di persone conosciute o note (abuso extrafamiliare)
una percentuale più ridotta viene perpetrato da abusanti del tutto sconosciuti alla vittima
Spesso entrambi i genitori sono colpevoli
Riguardo ai genitori, per lo più, entrambi sono responsabili. Uno è attivamente violento o abusante; l’altro, la madre, è complice silente facendo perdurare la situazione di pericolo. A ciò si può aggiungere disinteresse e trascuratezza sul piano emozionale ed educativo.La funzione protettiva di uno dei due genitori riduce il peso del maltrattamento, specie se si tratta di abuso sessuale.A differenza di altre forme di violenza, che spesso si configurano come inadeguatezza dei genitori (su cui la magistratura interviene attraverso provvedimenti sulla potestà), per l’abuso, in quanto reato, sussiste l’obbligo di perseguire anche penalmente il presunto colpevole a tutela del bambino.

Conseguenze dell’abuso sul bambino

Dal punto di vista clinico, all’abuso infantile sembrano associarsi attività masturbatoria compulsiva, riproduzione di contatti oro-genitali, esplorazione vaginale con oggetti e una serie di comportamenti sessualizzati. Il bambino tende ad attribuire al proprio comportamento sbagliato a séSi sente impotente, incapace di reagire adeguatamente per cui cerca di difendersi e giustificarsi.Sente l’ambiguità delle attenzioni dell’adulto e si vergogna sia di mostrare il proprio corpo, di far vedere il corpo con lividi o cicatrici. Colpa e vergona influenzano il sentire del minore per il timore di essere mal giudicato andando nella direzione di una propria responsabilità.

I bambini che hanno subito maltrattamenti non sono capaci di provare empatia e alla sofferenza altrui reagiscono con rabbia ed aggressività. La mancanza di empatia è una caratteristica presente nell’adulto maltrattante/abusante. Ad esempio, Il comportamento antisociale di tipo delinquenziale. Nei bambini abusati, sono frequenti i sintomi post-traumatici da stress oltre ai sintomi più generici quali:paura, ansia, difficoltà di attenzione, ridotta socialità tendenza all’isolamento, mancanza di fiducia negli altri, percezione di sé come diversi, sintomi depressivi, autolesionismo, impotenza, che uniti a (PTSD) determinano uno squilibrio delle funzioni cognitive oltre che emotive.

Il maltrattamento fisico e/o la trascuratezza nei primi anni di vita rappresentano, un fattore che pregiudica significativamente la salute mentale delle vittime.
Le diverse forme di violenza, che colpiscono il bambino nel corso del suo sviluppo non sempre si manifestano nell’immediato. Se un bambino ha vissuto a lungo una situazione di maltrattamento o di abuso e, in adolescenza, sente esplodere sofferenza, rabbia, e non è in grado di rintracciare le connessioni con il suo passato traumatico, ha bisogno di aiuto da parte di professionisti esperti che lo aiutino a lasciare sgorgare dal suo intimo quanto accumulato e subito.

Non è improprio trovarsi di fronte a quadri psicopatologici importanti:

Comportamenti antisociali
Disturbi dell’alimentazione, tentativi di suicidio, sintomi depressivi gravi
Disturbi della personalità
Sindromi dissociative
Uso di droghe e alcool
Il trattamento psicologico
Il trattamento psicologico deve essere pensato come intervento a lungo termine, connesso ad un contesto ambientale dove vi sia la presenza di un adulto rassicurante.Nel corso del trattamento si assiste ad una remissione dei sintomi. Gli esiti post-traumatici richiedono un percorso psicoterapico lungo ed effettuato da professionisti competenti.

Conclusioni e riflessioni

La letteratura tradizionale, quella più attuale e la pratica clinica confermano che il maltrattamento, la trascuratezza, l’abuso sessuale, l’abbandono, rappresentano fattori che pregiudicano significativamente la salute mentale del minore oggi e dell’adulto in futuro. L’interesse per l’infanzia è recente e solo dalla seconda metà del 900 si parla di diritti dei minori. Ma quali diritti? Diritto a vivere nella loro famiglia e qualora questo fosse impedito, in una famiglia che sia in grado di farsi carico non solo dei bisogni connessi alla sopravvivenza ma anche a quelli emotivi-affettivi che costituiscono la premessa per una crescita emotiva stabile per il futuro adulto.

Le leggi dello Stato (Costituzione art. 30 e L.184/83 hanno ridimensionato i compiti assegnati agli istituti, definendo il diritto del minore a vivere in una famiglia, la propria o altra sostituta.Un minore, secondo la legge, è essenzialmente un figlio. La sua esistenza come cittadino lo rende immediatamente titolare di diritti e più tardi di doveri.

Le conseguenze negative del maltrattamento psicologico coprono una vastità di sintomi a breve e a lungo termine quali:enuresi, encopresi, disturbi dell’alimentazione, bassa stima di sé, mancanza di fiducia negli altri, instabilità emotiva, difficoltà di apprendimento scolastico, uso inappropriato delle abilità cognitive, ritardo dello sviluppo, paure notturne, disturbi della condotta.In fasi successive di età, comportamenti antisociali, disturbi dell’alimentazine, tentativi di suicidio, sintomi depressivi gravi, disturbi della personalità, sindromi dissociative, uso di droghe e alcool.